
Il tre ottobre 2013 un barcone carico di profughi in fuga dalla dittatura, dalla guerra e dalla miseria naufragava nelle acque al largo di Lampedusa. Circa quattrocento persone, tra vittime accertate e dispersi, perdevano la vita nel tentativo – che qualunque essere umano deve poter fare – di sopravvivere in un luogo sicuro. Ognuna di quelle vite spente aveva un nome, ognuna di quelle vittime pone un interrogativo enorme sulla società che rappresentiamo e sulla società che vogliamo costruire. Impossibile ormai ignorare il listino quotidiano di morti annegati o trucidati a cui molto spesso i governi europei guardano con titubanza, incredulità, mancata accettazione, se non egoismo, pensando che prima o poi una soluzione verrà da sé.
Contro questo processo di rimozione collettiva, renderemo viva la memoria di una strage che, malgrado l’enorme sacrificio in termini di vite umane, ha contribuito a cambiare rotta nelle politiche di accoglienza nazionali ed europee. A seguito del tre ottobre venne avviata una grande operazione di soccorso umanitario, Mare Nostrum. Con tutti i limiti che aveva, in termini di approccio securitario, quella operazione, ormai conclusasi, ha avuto il merito di rendere salva la vita di centinaia di migliaia di persone.
Tuttavia, sebbene non si possa negare che l’Italia abbia svolto un ruolo fondamentale nel salvataggio in mare di migliaia di persone caricate come bestie sui mezzi fatiscenti di trafficanti senza scrupoli, ancora molto c’è da fare a terra nelle politiche di accoglienza e di integrazione. Se può apparire complesso il problema della corruzione negli appalti per la gestione delle strutture d’accoglienza messo in luce da recenti indagini della magistratura, ancora più difficile risulta superare l’ignoranza, il pregiudizio e i più bassi istinti populistici su cui diverse forze politiche stanno puntando per acquisire consenso e potere.
Da decenni ormai il nostro paese è stato la prima meta di u
na delle rotte migratorie più pericolose al mondo. Nell’ordine di oltre ventimila ormai le vittime dei naufragi a noi noti. Nel frattempo l’Europa riscopre una sempre più mutevole geografia dell’accoglienza. Nuove rotte si sono aperte a sud est, tra Turchia, Grecia, Balcani e via via sempre più a Nord verso le ricche Germania, Austria, Svezia. A paesi che sembravano più inclini a una chiusura ermetica dei confini e che stanno pian piano aprendosi, si contrappongono paesi che, intimoriti dalle criticità che tale fenomeno comporta, si stanno chiudendo a riccio alzando muri di filo spinato e di paura. Noi crediamo che la soluzione al problema venga dalla ricerca di risposte comuni, europee.
Nostro intento è quello di tenere viva la memoria e il dibattito sul tema dell’accoglienza, affinché l’opinione pubblica e le istituzioni rinnovino e rafforzino il loro impegno nell’offrire una possibilità di vita dignitosa alle migliaia di persone che ormai da decenni attraversano il Mediterraneo in cerca di salvezza e di un futuro migliore.
Con uno sguardo più ristretto ai nostri confini, il circolo ARCI Amari di Caltagirone organizza la Terza Giornata dell’Accoglienza e della Memoria: “Accoglienza E’ Integrazione”. Il programma prevede attività che si svolgeranno nell’intero arco della giornata. Si inizia al mattino alle 10.00, presso il Centro Sportivo Agesilao Greco (c/o piscina comunale) con il torneo di calcetto Un Calcio al Razzismo. Alle 11.30, presso il cimitero monumentale di Caltagirone, avrà luogo una commemorazione interreligiosa in ricordo delle vittime del naufragio – una delle vittime senza nome è sepolta lì. Le attività proseguiranno poi dal pomeriggio fino a sera. Alle 17.00, presso la scuola media statale Alessio Narbone, in via Degli Studi, si terrà un dibattito dal titolo Accoglienza E’ Integrazione. Vi parteciperanno il presidente del circolo ARCI AMARI di Caltagirone Hassan Maamri, il presidente di ANCI Sicilia Leoluca Orlando, il deputato nazionale Erasmo Palazzotto, il Sindaco di Palagonia Valerio Marletta, il Presidente ARCI Liguria Walter Massa, il Presidente ARCI Sicilia Salvo Lipari e un Rappresentante della Diocesi di Caltagirone.
Sono invitati a partecipare anche rappresentanti del Comune di Caltagirone, della Regione Sicilia, della Prefettura e della Questura di Catania, del Tribunale per i Minorenni di Catania, delle organizzazioni internazionali OIM, Save the Children e UNCHR.
Il dibattito sarà preceduto da un’introduzione poetica di Alfio Guzzetta e dalla proiezione del video AsylEasy del circolo Melquiades di Catania.
Alle 19.30, in Piazza Municipio (in caso di pioggia Galleria Sturzo), i ragazzi del Liceo Classico Secusio, Liceo Scientifico E. Majorana e dell’IPSIA C.A. Dalla Chiesa presenteranno i lavori finali dei workshop di arte-terapia, musica, te
atro e pittura curati da Renato Alario, Innocenzo Carbone, Miriam Pace e Lara Pedilarco.
La giornata si concluderà a partire dalle 21.00, in Piazza Municipio, con i concerti di musica popolare dei Torkio e dei Giringiro.
L’evento è stato possibile grazie al contributo del Comune e della Diocesi di Caltagirone, dell’Associazione Horizont, del Protettorato S. Giuseppe e delle cooperative sociali San Francesco e La Vita Adesso.
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